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Aprire un baby parking in casa propria è sicuramente una splendida idea per coloro che sono alla ricerca di un lavoro a stretto contatto con dei bambini piccoli .
Intraprendere quest’attività non è però un qualcosa che si possa fare senza seguire alcune norme.
Perciò vediamo subito di cosa si tratta e cosa serve.
Cos’è un Baby Parking
La traduzione letterale del termine sarebbe: parcheggio per bambini, anche se in italiano suona davvero male!
Il Baby Parking nasce proprio a seguito di un’esigenza da parte dei genitori di lasciare i propri piccoli in mani fidate mentre loro sono impegnati in altro.
Non parliamo solo di coprire il periodo in cui mamma e papà lavorano, ma anche altri momenti.
Per esempio, esistono moltissimi baby parking nei grandi supermercati.
Come avrete capito, si tratta di aree attrezzate con personale qualificato che possa seguire i bambini mentre i genitori non ci sono.
Baby parking a casa: i requisiti
Un baby parking non deve rispettare tutte e norme a cui è soggetto un asilo: per esempio qui non avviene alcuna somministrazione di cibo, perciò non serve assolutamente una mensa.
Inoltre la permanenza di un bimbo in un baby parking non deve superare le 5-6 ore gionaliere (variano a seconda della regione).
Abbiamo quindi capito che un baby parking ha meno limitazioni rispetto ad una scuola dell’infanzia o asilo nido.
Questo però non vuol dire che non ci siano vincoli!
Vediamo quindi quali sono i requisiti per aprire un baby parking in casa.
Gli spazi
Prima di tutto, occorre uno spazio adeguato rispetto al numero di bambini presenti.
In genere si calcolano un minimo di 4m quadrati per bambino.
Inoltre il numero di bambini per ogni educatrice deve essere massimo 10 ed i piccoli devono avere un’età compresa tra i 3 mesi ed i 6 anni, anche se il consiglio sarebbe quello di raccogliere bambini di una stessa fascia d’età: per esempio dai 3 ai 5 anni, oppure 1-2 anni per poter gestire le attività da far fare loro in un modo migliore.
Infine la vostra casa deve avere tutti i permessi sanitari e comunali relativi all’agibilità.
Gli studi
E’ sufficiente essere in possesso di un diploma di scuola media superiore.
Ovviamente sarebbe preferibile un diploma specifico, conseguito presso un liceo socio-psicopedagogico, oppure una laurea in Scienze dell’Educazione.
Per chi volesse, è possibile aggiornarsi in materia frequentando un corso di formazione che prevede 230 ore di lezione frontale e 50 ore di tirocinio che ha come obiettivo è quello di apprendere nozioni di psico-pedagogia, pediatria, alimentazione, igiene e sicurezza domestica. Senza trascurare la parte relativa alla legislazione e al pronto soccorso.
Come aprire un baby parking
Una volta che avrete constatato di essere in possesso di tutti i requisiti per poter aprire un baby parking a casa vostra, potrete avviarvi al passaggio successivo: la vera e propria apertura.
Per l’apertura è necessario possedere una partita iva e registrarsi presso il registro imprese della Camera di Commercio, all’Inail e all’Inps, compilando l’autocertificazione relativa alla valutazione rischi d’impresa secondo il Decreto Legislativo 81/2008.
Infine serve essere in possesso di un’assicurazione che copra eventuali danni che possano verificarsi durante la presenza dei bambini.
Per maggiori informazioni su come aprire un baby parking in casa propria, dal momento che alcune norme differiscono di regione in regione, ci si può rivolgere agli uffici comunali del proprio paese o città.
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