
Il mestiere del genitore è tutt’altro che facile. Non sempre si comprendono appieno le esigenze dei propri figli.
Serve pazienza, consapevolezza ed empatia. Ma è bene non credere che esista il genitore perfetto: ognuno ha pregi e difetti, l’importante è fare tutto ciò che è possibile per il bene del proprio bambino.
In questo ambito, ci aiuta la psicologia infantile, la scienza che si occupa di capire i comportamenti del bambino e valutare il suo benessere all’interno della società e della famiglia stessa.
A cosa serve la psicologia infantile
Autostima e sviluppo psichico
Crescere ed educare un figlio influisce sulla sua autostima e sul suo sviluppo psichico. Ciò che il bambino vive e sperimenta da piccolo, lo renderà ciò che sarà da grande, influenzerà la sua personalità ed il suo modo di pensare e agire .
Anche il mondo circostante influisce sul bambino in modo positivo o negativo.
Ci possono essere avvenimenti che conducono a situazioni di disagio sulle quali è meglio indagare ed intervenire anche grazie ad un aiuto esterno: lo psicologo infantile.
Comunicare è fondamentale
Uno dei punti cardine dei rapporti interpersonali è la comunicazione. E questo vale sia per gli adulti che per i bambini.
Infatti anche se piccoli, i bambini vanno ascoltati e va dato loro il giusto spazio per esprimersi.
Comunicare non vuol dire per forza intrattenere una conversazione.
Quando il bambino è piccolo i genitori possono comunicare attraverso il gioco, i sorrisi e gli sguardi.
Quando il bambino cresce, invece, è bene mantenere ed instaurare quotidianamente un dialogo che può essere un semplice racconto della giornata oppure un confronto su altri temi in base all’età.
I bambini hanno molto da raccontare, tanti pensieri da esprimere anche su tematiche che possono essere loro distanti: lasciarli parlare è importante, fondamentale.
Da queste descrizioni possono emergere particolari interessanti.
Tutto questo processo rafforza l’autostima del bambino.
Un mondo di emozioni
Altrettanto importante, oltre al dialogo, sono le emozioni.
Ricordiamo che quelli che noi chiamiamo capricci sono in realtà manifestazione di emozioni e richiesta di attenzione che il bambino non riesce a gestire in altro modo.
Certo non sono sempre facili da capire, diciamo anche sopportare, ma non dobbiamo abbatterci e arrabbiarci.
Come dicevamo all’inizio, il genitore perfetto non esiste ed ogni bambino costituisce un caso a sé.
Le regole ed i comportamenti che per un piccolo funzionano e sono conformi al suo modo di essere possono non esserlo per un altro.
Ogni bambino è unico e differente da ogni altro.
Dare delle regole è importante, ma allo stesso tempo è fondamentale non opprimere e denigrare.
Pensiamo per esempio ad un lutto.
Come capire se un bambino soffre per un disagio?
Nonostante l’impegno dei genitori, a volte possono presentarsi situazioni che fanno insorgere un disagio nel bambino.
È bene, oltre al dialogo, cercare di osservare i comportamenti del bambino per capire se ci sono segni di disagio che si rispecchiano in comportamenti differenti dal solito.
La psicologia infantile lavora anche in quest’ambito ed offre un aiuto concreto attraverso la figura dello psicologo infantile, che abbiamo già menzionato.
È infatti lo psicologo infantile che si occupa di analizzare la situazione di disagio e fornire gli spunti per superarla.
In primo luogo, però, restano sempre i genitori a dover interagire, osservare, crescere, educare e riscontrare eventuali comportamenti anomali del proprio bambino.
Non bisogna sottovalutare l’importanza della psicologia infantile nel processo di crescita dei nostri bambini: ascoltare, dialogare e aprirsi, spostandosi anche dalle nostre posizioni, aiuta il bambino a sentirsi accettato e capito e a crescere più sicuro di sé.
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